Quanto il digitale ha cambiato il mercato musicale
- Alvise Cappello
- Aug 11, 2016
- 3 min read

L’ era della musica digitale ha forse raggiunto il giro di boa per quanto riguarda la facilità di fruizione dei prodotti musicali, tanto che oggi è difficile capire quale sia il formato “standard” di ascolto.
Se infatti da un lato si tende sempre più ad ascoltare molta musica on demand, contemporaneamente l’ ascoltatore medio sta sempre più tornando (o continuando, qualora non aveste mai abbandonato l’ interesse verso il Compact Disk) ad acquistare il disco fisico piuttosto che quello digitale.
Perchè, dunque, gli artisti e soprattutto le case discografiche stanno continuando a dare priorità ai digital download piuttosto che alla vendita del disco fisico o di simili formati?
Innanzi tutto, bisogna mettere subito in chiaro che, seppure la vendita di supporti fisici, soprattutto in vinile, stia pian piano tornando in voga, ciò non significa che la maggior parte della musica venga ascoltata in CD o in 33rpm tramite la punta di un ago.
Il mercato musicale del nuovo millennio sta inevitabilmente vincendo sul fronte del digitale e soprattutto della portabilità, dunque il CD/Vinile, resterà pur sempre un supporto “di nicchia” rispetto alla totalità di ascoltatori musicali del Globo che passano sempre meno tempo in casa e più in mobilità.
Inoltre, come già anticipato sopra, chi acquista musica fisica ha comunque la possibilità di scegliere tra diversi formati, tra cui CD, DVD o Vinile, per cui non c’è modo di veicolare questa fetta di mercato verso un unico supporto, come invece accadeva negli anni ’80/’90 quando un supporto scavalcava il precedente e tutto il mercato seguiva questa “selezione naturale” dell’ elettronica di consumo.
Una prima risposta alla domanda iniziale dunque, la possiamo già cogliere in questo inevitabile senso unico che la società occidentale sta seguendo: la portabilità ha da sempre attratto il mondo degli ascoltatorianche a discapito della qualità d’ascolto (pensate alla SONY ed alla rivoluzione del Walkman) ; è dunque inevitabile che la musica digitale manterrà sempre un importante distacco a suo favore rispetto ai supporti fisici.
Il disco fisico, inoltre, richiede inevitabilmente maggiori spese di produzione e soprattutto di distribuzione. Quantitativi ingenti di denaro che potrebbero essere spesi per invece giocare in maniera più efficiente la promozione online del proprio disco.

Ma il mondo della musica online possiede una doppia faccia da non sottovalutare.
Se pensiamo infatti all’ enorme disparità di guadagno che l’ artista riceve dalla vendita del disco online rispetto a quella dell’ ascolto in streaming (la Recording Industry Association of America RIAA ha stimato una differenza di quasi un 20% netto in più nelle revenues ricavate dalla vendita di dischi online rispetto allo streaming on demand, nonostante il quantitativo totale di ascolti online provenga per il 99.7% da servizi di streaming contro lo 0.3% di ascoltatori che acquistano musica digitale; in parole povere significa che su 10 ascoltatori, solamente uno “ogni tanto” acquista un album online e nonostante questa percentuale poco promettente, gli artisti guadagnano molto di più dalla vendita sporadica di album online rispetto a ciò che guadagnano con lo streaming) possiamo capire come non solo alla casa discografica, ma anche all’ artista stesso, la vendita digitale potrebbe apparire favorevole rispetto a quella fisica, visto che con “poche” vendite (comunque maggiori a quelle dei supporti fisici) si riesce benissimo “a campare”.
In realtà, purtroppo, a rimetterci più di tutti in questo sistema di vendita è proprio l’artista stesso che si ritrova con sempre meno persone interessate all’ acquisto della musica online (sempre la RIAA ha dichiarato che nel 2016 la vendita di album digitali calerà dello 0,7% rispetto ai dati sopracitati inerenti il 2015) e sempre più ascoltatori catapultati invece nel mondo dello streaming (che promette un futuro di guadagni sempre più magri, poichè gli utenti premium non sono soggetti a pubblicità ed il quantitativo di tale clientela è in enorme crescita visti i prezzi di sottoscrizione sempre più accessibili).

Se dunque il digitale ha reso la vita più “facile” per gli ascoltatori, non si può forse dire lo stesso per chi con la musica fino ad oggi ci ha lavorato.
Voi quanti album acquistate annualmente?
Quanti in supporto fisico e quanti in formato digitale?
Siete abbonati ad un servizio di streaming online?
FONTI
http://quifinanza.it/innovazione/boom-del-vinile-la-vendita-dei-33-giri-aumenta-grazie-ai-servizi-di-streaming/63584/
http://www.digitalmusicnews.com/2016/03/31/streaming-music-vs-downloading-2015/?platform=hootsuite
コメント