Home studio: le basi per iniziare a registrare il basso elettrico
- Alvise Cappello
- Feb 2, 2017
- 4 min read

Continuiamo la serie Musicisti DIY analizzando i punti chiave che definiscono le meccaniche di registrazione del basso elettrico.
E’ infatti questo lo strumento che in fase di registrazione segue i take di batteria, perché il basso offre non solo la base armonica e melodica del brano musicale, ma facilita anche la scansione ritmica di questo.
Prima di registrare
La scelta dello strumento dipende ovviamente dalle preferenze dello strumentista. Ogni cultore del 4 corde conosce benissimo le differenze costruttive e soprattutto le possibilità timbriche offerte da un Precision rispetto ad un modello Jazz, così come conosce le caratteristiche legate ad un humbucker al ponte rispetto a quelle di un pickup al manico, attivi o passivi che siano.
La scelta del suono “madre”, dunque, è a totale discrezione del bassista che, prima di arrivare in studio, avrà già studiato il suono che meglio esprime il suo stile.
Solitamente viene consigliata la sostituzione dell’ intera muta di corde.
Sappiamo però tutti come una corda nuova possa in alcuni casi far suonare uno strumento (parliamo principalmente di strumenti low-cost con legni, meccaniche ed elettroniche di scarsa qualità) molto più metallico e meno caldo.
Non dimenticate, però, che le corde troppo vecchie suonano davvero male (perdono attacco e sustain, lasciando al basso un suono che non è... né carne né pesce), dunque se il vostro set ha già qualche mese di utilizzo ed in quell’ arco di tempo avete pure sostenuto qualche live, è meglio valutare di sostituire la muta di corde (magari montatela qualche giorno prima delle registrazioni e suonateci qualche ora, in modo che il metallo della corda si ammorbidisca e mantenga meglio l’ accordatura).
In fase di registrazione
Acquisizione
Le possibilità di acquisizione del vostro strumento non sono molte ma incidono in maniera incisiva sulla resa finale della registrazione.
Il metodo più classico è quello della microfonazione dell’ amplificatore tramite microfono dinamico (per vedere i modelli, date una lega all’ articolo precedente sulla registrazione della batteria, nei paragrafi riguardanti la registrazione della grancassa).
Di solito si poggia il microfono ad una distanza variabile dai 5 ai 20 centimetri dall’ altoparlante e lo si posiziona verso il centro della cassa.
Questa tecnica ha il vantaggio di non richiedere virtualizzazioni spaziali del suono, ma contemporaneamente questo metodo pecca di poca sensibilità nelle frequenze molto basse, dunque sarà necessario lavorare di più in fase di mix e mastering.

Un metodo più moderno riguarda l’utilizzo della DI box, dell’ uscita diretta LINE del proprio amplificatore o di un simulatore hardware a pedale.
Tutti questi metodi prevedono la registrazione del sino direttamente nella scheda audio senza la mediazione di una capsula microfonica.
Se optate per questa metodologia, badate sempre di evitare di entrare direttamente con lo strumento nella scheda audio, in quanto spesso le schede gestiscono male l' impedenza in entrata dello strumento, dunque può capitare spesso che il suono abbia troppo (o troppo poco) gain. L'utilizzo di una DI, anche di bassa qualità, previene questo inconveniente.
I vantaggi collegati a tutte queste tecniche riguardano la pulizia del suono, che non deve essere “interpretato” da mediatori microfonici; contemporaneamente questa mancanza di inserimento in un ambiente acustico rende il suono troppo sterile e dunque sarà necessario lavorare meglio sulla stereofonia e riverberazione del suono all’ interno dell’ ambiente acustico definito dal resto degli strumenti (se la batteria suona in un ambiente”small room”, il basso deve anche’ esso essere inserito in quel’ ambiente o nel mix sembrerà che ogni strumento sia scollegato dal resto della band.
Equalizzazione

Qualora il vostro strumento non sia di particolare qualità, è consigliabile mantenere una equalizzazione il più possibile flat.
E’ infatti possibile che l’ elettronica di bassa qualità colori il suono in maniera troppo decisa, magari su frequenze disturbanti per il resto del mix.
Molto meglio dunque mantere una matrice più piatta possibile, così da poterla eventualmente aggiustare quando tutto il resto del mix sarà completo.
Non ci sono equalizzazioni standard, in quanto ogni strumento (anche due modelli usciti dalla stessa fabbrica) suona in maniera differente per via dei materiali che lo compongono; ci sono però delle tendenze di generi musicali.
Nel Metal, infatti, spesso si tendono a smorzare molto le frequenze medie, per lasciare spazio alle chitarre.
Nella Dub, invece, si lascia ampio spazio alle sole frequenze basse, magari inserendo un low-pass filter.
C’è chi consiglia sempre di tagliare anche un minimo di frequenze basse con un hi-pass filter, ma state sempre bene attenti a non esagerare.
Le frequenze basse sono spesso range che vengono percepiti dal corpo, più che dalle orecchie, dunque una mancanza di solidità nelle frequenze basse causata da un’ aggressivo utilizzo di filtri, può rendere il mix poco potente.
E non c’è cosa peggiore di sentire un mix pulito che però non “scoppia”.
Compressione

Come per l’equalizzazione, questo effetto può essere usato sia in pre-mix che durante il mix.
L’ utilizzo dipende sempre dalla qualità della vostra strumentazione
Qualora voi non dobbiate suonare generi classici e “soft”, il basso è uno strumento che beneficia molto dalla compressione.
C’è chi addirittura lavora a rapporti di compressione davvero alti.
Un compressore che lavora bene può aiutare molto nel rendere la traccia di basso più decisa, netta e solida (potremmo dire quasi "meglio suonata"); in generale, una volta stabilita la soglia, potremo partire da:
un rapporto di compressione medio come 3:1, spostandoci progressivamente anche verso valori decisamente più estremi, se necessario (non è raro arrivare anche a 10:1)
un attacco piuttosto veloce (partendo da circa 5-10 ms)
un rilascio abbastanza lento (da circa 250 ms fino a poco meno di un secondo)
Come sempre, non esistono regole assolute, e questi valori vanno considerati principalmente come base di partenza.
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