Allestire una sala prove perfetta #1
- Alvise Cappello
- Aug 25, 2016
- 4 min read

Come già capitato in precedenza per altri argomenti trattati in questo blog, anche questa volta tratteremo un po’ a fondo una questione che ogni musicista deve affrontare sin dal primo momento in cui egli si approccia al proprio strumento: l’ allestimento della sala prove e la sua organizzazione negli spazi e nelle strumentazioni.
Tutte le informazioni che riporteremo, le potrete trovare in questo articolo del sito SuonoeVita.it, che ho ritenuto davvero molto utile e completo nonostante sia stato editato dall’ ing. Lorenzo Rizzi ormai quasi dieci anni fa.
Oggi parleremo in generale su quali fattori acustico-ambientali siano in gioco all’ interno di una sala prove e tratteremo in particolare la maggior parte dei pregiudizi che spesso prendono il sopravvento nel momento in cui un musicista prende l’iniziativa di insonorizzare la propria sala prove.
Bisogna innanzitutto sottolineare l’ importanza che la sala prove ha al fine creativo degli artisti che la vivono.
Un ambiente infatti male insonorizzato non risulta favorevole per una serie di motivi spesso concatenati; se infatti uno strumento si sente male nel complesso acustico, la tendenza in sala prove è spesso quella di alzare i volumi, raggiungendo limiti di decibel rasenti la soglia del dolore e non risolvendo, alla fine dei conti, il problema ( guadagnandoci invece solo un forte e pericoloso mal d’orecchie).

Queste situazioni non facilitano di certo uno sviluppo armonioso e favorevole alla composizione, trasformando la sala prove più in una camera di tortura che non in un luogo di divertimento e creatività.
E’ dunque fondamentale che un musicista suoni in un ambiente ben insonorizzato per motivi sia fisiologici, acustici che anche psicologici.
Detto ciò, non si può di certo generalizzare: ogni genere di musica ha bisogno del proprio ambiente e purtroppo già questa affermazione potrebbe creare sconforto a quasi tutti i musicisti, in quanto spesso non si ha la fortuna di poter scegliere il proprio posto “ideale” dove suonare, ma bisogna accontentarsi di ciò che si ha a disposizione (come garage, soffitte, sgabuzzini o altri angusti luoghi non di certo appropriati alle dimensioni richieste dalle onde sonore, ovvero di circa 20/25mq).
Esistono per nostra frtuna delle soluzioni che permettono lo smorzamento della diffusione di queste onde e che riescono dunque a rendere un ambiente acusticamente “angusto”, più favorevole all’ ascolto del suono.
Ma quale materiale usare e soprattutto: quanto?
La tipologia del materiale, in verità, dipende dalle vostre richieste e soprattutto dalle richieste del vicinato abitativo.
Ci sono infatti materiali che principalmente assorbono quantitativi deboli di riverberi (come il polistirolo o i famosi cartoni da uova); si trovano poi in commercio gli ormai superati pannelli di bugnato/piramidale.
E’ proprio riguardo l’utilizzo di questi diffusissimi pannelli che bisogna dedicare due righe in più per cercare di togliere qualche pulce dalle orecchie di chi ha arricchito le proprie conoscenze principalmente solo tramite leggende metropolitane che tipicamente circolano tra i musicisti.
Si è infatti soliti pensare che sia necessario rivestire l’intera metratura della stanza con questi; ciò però non è del tutto favorevole allo sviluppo di una stanza dove trascorrere molte ore di studio ed allenamento.
La sensazione di smorzamento totale del riverbero, infatti, crea una situazione acustica troppo asettica, quasi angosciante e soffocante.
Risulterebbe dunque una soluzione sfavorevole ad un ambiente qual è una sala prove.
Ultimamente il bugnato è stato sempre più sostituito da pannelli in PVC, che offrono soluzioni di insonorizzazione più intelligenti (in quanto occupano solo una porzione della parete, non la totalità di essa) ed esteticamente risultano pure meno invasivi (esistono aziende che permettono di personalizzare la superficie con disegni, come ad esempio il logo della vostra band!).

La stanza più “silenziosa” al mondo si trova negli USA presso gli Orfield Laboratories. In questa stanza il livello di riverbero è nullo a tal punto che è possibile percepire i propri flussi corporei quali il battito cardiaco ed il flusso sanguigno. In questa stanza Bob Dylan ha anche inciso il suo ultimo lavoro "Blood on the Tracks"
Riconosco, però, che spesso, soprattutto chi suona generi musicali estremi, è richiesta una totale insonorizzazione della stanza onde evitare di molestare il vicinato.
Se dunque la vostra stanza è già stata rivestita completamente da bugnato/piramidale, potete sempre pensare di rendere l’ambiente più acusticamente confortevole e naturale applicando dei modesti pannelli fono-diffondenti, delle strutture studiate apposta per spargere le onde sonore ricevute in direzioni multiple, al fine di ricreare un ambiente di riverbero interno alla struttura acusticamente isolata.
Un altro fenomeno ancora più difficile da contenere riguarda la risonanza sonora generata all’ interno dell’ ambiente dai diversi strumenti, in particolare dalle frequenze basse.
Tali frequenze, infatti, sono molto difficili da “catturare”, ed i metodi sopra elencati difficilmente possono evitare che queste agiscano sulle superfici strutturali della stanza, creando un fastidioso e a lungo andare insopportabile rimbombo.

Per controllare queste situazioni è bene innanzitutto studiare la posizione degli amplificatori ma soprattutto porre dei bass-traps, ovvero delle vere e proprie trappole per bassi.
Tali strutture possono essere anche sostituite artigianalmente da delle strutture d’ arredamento morbide (come ad esempio un divano o un materasso nella parete opposta a quella dove si trova l’ampli del basso).
La prossima settimana vedremo un po’ più a fondo come poter agire al meglio su una stanza “nuda” per poterla insonorizzare a dovere.
FONTI
http://www.suonoevita.it/it/la_sala_prove_musicale_acustica_feeling_e_altri_suggerimenti
http://www.suonoevita.it
Comentarios