top of page

blog.IT

RSS Feed

LUCIOS

  • Alvise Cappello
  • Jun 27, 2016
  • 4 min read

Oggi abbiamo voluto fare una chiacchierata assieme a LUCIOS, per capire meglio che cosa sia effettivamente il suo progetto e cosa cerchi di offrire a noi ascoltatori.

LUCIOS (Lucio Santin) è un musicista Bellunese, appassionato di svariati generi che spaziano dal più classico Rock anni ’60/’70 alla più moderna elettronica.

Ufficialmente chitarrista, nel suo attuale progetto nominato LUCIOS propone una produzione elettronica alla vecchia maniera mischiata a sperimentalismi pseudo-etnomusicologici: articolazioni di loop che fanno l’occhiolino ai concetti della metafisica artistica, studi ritmici e timbrici di musiche equatoriali e soprattutto molta curiosità verso il groove.

Ciao Lucio. Innanzi tutto parlaci un po’ di te: da dove provieni musicalmente e quale è il tuo background teorico all’interno del mondo della musica.

Ciao Giggo! Io suono da quando avevo credo 11 anni. Ho cominciato con la chitarra classica (non mi dimenticherò mai che ero talmente scarso che piangevo invece di fare esercizio, ma per fortuna ho continuato) e poi sono passato all’elettrica, un po’ come tutti gli adolescenti. Ho suonato in tante band di provincia tra le quali i Siadefse, con cui ho scoperto l’elettronica; e poi… si sa: quando scopri l’electro non è facile tornare indietro. Così nel corso degli anni mi sono spinto sempre più in là, ad esempio con il progetto Haut (a Monaco di Baviera) e con LucioS al momento. In realtà però, devo ammetterlo, di elettronica oramai ne faccio tanta ma ne ascolto poca: più che altro in questo momento sono infognato con la musica etiope. Là dentro c’è tutto un processo ritmico di cui la musica europea (anche se non avrebbe senso parlare di musica strettamente europea) non ha neanche idea.

Viste queste tue origini musicali molto varie, qual è dunque il tuo modus operandi compositivo? Quanto c’è di diverso nel comporre musica da solo rispetto che con l’ausilio di una band?

Si vede che non sei un giornalista: fai belle domande! In questo momento più che comporre in senso stretto – sai, io non ho mai fatto il conservatorio e in solfeggio ero una pippa – sono sotto dai sample. Non faccio altro che fare musica coi sample. In treno, in aereo, in terrazza, a letto: al giorno d’oggi con un pc è facilissimo. E penso che far la musica coi sample abbia una specie di valore aggiunto per il compositore: prendi pezzettini di canzoni altrui, li modifichi, li allunghi, li accorci, li combini con altri sample e con idee tue (e qui rispondo alla seconda domanda: è un po’ come fare musica con altre persone, ma da solo; è come suonare in una band, dove le tue idee, che da sole sarebbero povere, diventano significative solo quando si combinano con quelle degli altri).

Usare i sample è molto simile, perché combini le tue idee con cose a cui non avresti mai potuto pensare da solo. Insomma mi diverto un casino…

…come immagino tu ti diverta a suonare live!...

…esatto! E in questo giggo si inserisce perfettamente. Trovare concerti per una band non è facile (come non è facile trovare band di qualità per i gestori dei locali). Giggo sembra dare una soluzione a questi problemi: se una band fa schifo verrà recensita altrettanto male e non la chiamerà più nessuno; se un locale ha bisogno di una buona band potrà affidarsi alle recensioni degli spettatori e andare sul sicuro. E così le band saranno sempre spronate a migliorarsi. Secondo me voi di Giggo avete capito questa cosa e se ne vedranno i frutti. E poi vogliamo parlare della figata di poter trovare un concerto così, cercandolo dallo smartphone già in sala prove?

Siamo davvero entusiasti che tu abbia colto e deciso di appoggiare la nostra idea. Torniamo a te: da musicista e solista, ti sarai sicuramente imbattuto nel mondo della music industry. Come pensi che si stia sviluppando il mercato musicale?

Qualche anno fa ho sentito qualcuno (i Torinesi Africa Unite .ndr) che diceva:

“Una volta si facevano i concerti per promuovere i dischi, ora si fanno i dischi per promuovere i concerti”

E infatti vedi come per esempio spotify ha distrutto ulteriormente il mercato dei dischi? Ormai i soldi si fanno quasi solo con i concerti e il merchandising. Come si evolverà il mercato non lo possiamo sapere, ma abbiamo capito di sicuro che la musica live è importante. E’ sempre stato così, ma ormai se non fai un bello show non sei davvero nessuno.

Lucio Santin (LUCIOS)

Parlando di show, vediamo di chiudere in maniera un po’ colorita: quale è la tua “dream gig” e chi aprirebbe questo tuo concerto?

Ah amico, se sapessi già qual è il mio dream gig non avrei più voglia di suonare! Il mio dream gig è il prossimo, sempre. Suonare live è la mia vita e mi sento davvero me stesso solo sul palco. E’ un po’ strano da dire, ma è la verità. Poi, spesso sono i piccoli concerti che sono i migliori, no? Quelli dove si ha davvero un rapporto fisico col pubblico. La band di apertura ideale quindi, ti direi, sarebbe una band del posto dove suoni, per accentuare ancor di più questo aspetto.

Magari la prossima la trovo con Giggo 😉

Comments


post consigliati
post recenti
  • Grey Facebook Icon
  • Grey Twitter Icon
  • Grey SoundCloud Icon
  • Grey Google+ Icon
  • Grey YouTube Icon
  • Grey LinkedIn Icon
  • Grey Blogger Icon

italy

© 2016 giggo, ltd.

company number: 0979 7882

 

T&C

bottom of page