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Ecco perchè Spotify vi permette di ascoltare musica senza abbonamento premium

  • Alvise Cappello
  • Aug 18, 2016
  • 2 min read

Come trattato in precedenza, ormai lo streaming sta diventando il nuovo standard di fruizione della musica.

Spotify, Apple Music, Tidal, Deezer & co. sono tutti servizi che bene o male offrono gli stessi vantaggi con limitate differenze, come per esempio Apple Music, che non offre alcun tipo di abbonamento gratuito al di fuori dei mesi di prova, mentre il più utilizzato Spotify è noto per l’offerta cosìdetta freemium“, ovvero la possibilità di accedere alla completa libreria musicale a scapito di una peggiore qualità audio e la presenza di pubblicità audio e video durante l’ascolto.

Seppure questo tipo di offerta abbia sicuramente favorito l’aumento di utenza gratuita per la start-up svedese, i dati del secondo trimestre 2016 analizzati da Music Business Worldwide che riguardano la crescita del servizio parlano molto chiaro: dei 7 milioni di nuovi utenti acquisiti nel 2016, 4 milioni provengono da utenze “in offerta”.

Di questi 7 milioni, si prevede che almeno 1,5 milioni rinnoveranno la loro utenza Premium al prezzo non scontato di 9,99€ mensili, per un “rateo di conversione” pari al 79% ( a differenza degli utenti freemium che non superano il 37% di conversion ratio).

Cosa può significare questa tendenza?

Dobbiamo cercare di pensare quale sia l’utenza media freemium di Spotify.

Potenzialmente, infatti, questa ha raggiunto l’ espansione massima (ormai chiunque ha almeno provato una volta ad utilizzare il servizio, anche solo per curiosità) e resta in ogni caso una importante fetta di guadagno per l’ azienda di Stoccolma.

All’ interno di questa grande fetta di utenti, sono presenti coloro che sono poco convinti dall’ offerta del servizio, ma soprattutto coloro che ritengono il prezzo base mensile troppo elevato rispetto alle loro tasche.

Ecco che dunque le promozioni entrano in gioco sopratutto per convincere tutti questi “risparmiatori”, che si ritrovano di fronte ad offerte davvero convenienti (pensiamo ad esempio al recente 3×1 in occasione del periodo estivo, o il 0,99€ per tre mesi per tutti gli utenti che non hanno ancora usufruito del mese gratuito) e sono invogliati ad entrare più a fondo nel mondo dello streaming online (che, visti i precedenti dati, sembra fruttare un buon guadagno di nuovi iscritti Premium).

In futuro, dunque, ciò a cui dovranno puntare i servizi di streaming musicale per differenziarsi tra loro non riguardarà il prezzo di iscrizione, ormai standardizzato, quanto piuttosto la qualità del servizio: esclusive regionali (per Apple Music e Tidal) ed algoritmi sempre più “introspettivi” per quanto riguarda l’offerta proposta da Spotify.

Il freemium sarà dunque destinato a scomparire definitivamente, oppure i servizi di streaming musicale manterranno questo metodo di fidelizzazione con gli utenti?

Voi da che parte state?

Preferite restare nel limbo del freemium ed aspettare di acciuffare ogni sporadica offerta proposta dalle varie compagnie di streaming musicale?

Siete stati convinti da passate offerte al punto da continuare a pagare per un servizio senza limitazioni, oppure non vi siete mai innamorati dei jingle snervanti e degli .mp3 a 192kbps ed avete da subito accettato l’offerta premium a prezzo pieno?

FONTI

- https://musicindustryblog.wordpress.com/2016/07/07/the-end-of-freemium-for-spotify/

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